Isabella Corradini
Siamo in un momento storico in cui sui social network viene pubblicato di tutto, persino lo scandire dettagliato di cosa si fa durante la giornata quotidiana, con tanto di foto di pranzi e cene consumate, gite, feste, solo per fare qualche esempio, e valanghe di commenti a seguire. Certamente le opportunità offerte dall’uso di smartphone hanno favorito un modo nuovo di parlare di sé e del proprio mondo.
Quello su cui è interessante riflettere è come l’uso dei social possa spingersi anche oltre il “ragionevole rischio”. È davvero così importante condividere sui social la propria carta di imbarco? Chi mai potrebbe essere interessato? Di certo chi è a caccia di dati e che può recuperarne diversi, ad esempio mediante il codice a barre che identifica il biglietto aereo.
Eppure, si continuano a condividere le informazioni più disparate, per motivi diversi: sentirsi parte di qualcosa, per amicizia, per amore, per connettersi alle persone con cui ci si può confrontare con interessi e passioni simili. Mediante i canali social la voglia di esprimere le proprie emozioni avviene in modo rapido, riuscendo a raggiungere una moltitudine di persone.
Tuttavia, complice l’entusiasmo e la gioia di far partecipi gli altri di esperienze più o meno intense emotivamente, la condivisione rischia di produrre conseguenze spiacevoli. Si pensi a quelle coppie di genitori che per la gioia condividono in modo eccessivo foto e informazioni sui propri figli. Si tratterebbe di una vera e propria moda alla quale è stato dato il nome di “sharenting”. Come purtroppo, accade, questa voglia di condividere può essere sfruttata da malintenzionati e, dunque, costituire una minaccia per la privacy e la sicurezza dei minori.
Molteplici possono essere gli esempi e i fatti in cui un semplice gesto di condivisione dettato dall’emozione può diventare qualcosa di spiacevole. È il caso, ad esempio, di una donna inglese che, tramite il suo blog, ha pensato di condividere tutte le tappe della gravidanza per poi scoprire, con un certo disappunto, che una sua foto col pancione è diventata virale in un video porno (leggi l’articolo del Messaggero).
A questo punto la domanda nasce spontanea, come direbbe qualcuno: le persone sono ancora scarsamente consapevoli dei rischi? Oppure, ne sono consapevoli ma il desiderio di testimoniare la propria presenza nel mondo reale sfruttando il virtuale è tale da indurre anche a rischiare?
Probabilmente entrambe le opzioni sono valide. È un dato di fatto che nel mondo dei social le persone si muovono, si incontrano, si raccontano, in modo altrettanto significativo di quello reale. Così come nell’epoca pre Internet le persone ambivano a 15 minuti di celebrità, ora colgono le opportunità offerte dai social network per tentare di lasciare il segno.
Anche sfidando il ragionevole rischio.
Pubblicato su Bancaforte il 20 giugno 2016
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