Sembra che Apple stia lavorando alla realizzazione di un nuovo i-Phone “inviolabile”, in grado di impedire alle forze dell’ordine di accedere al contenuto sul dispositivo.
Ma cosa ne pensa l’opinione pubblica? A tal proposito interessanti sono i risultati di un sondaggio sul tema Internet Security and Trust condotto dal Centre for International Governance (https://www.cigionline.org/internet-survey-2016), che ha coinvolto oltre 24 mila utenti in 24 paesi tra novembre e dicembre 2015.
La maggior parte delle persone è contraria alla costruzione di una tecnologia inviolabile. Inoltre, chi è favorevole a consentire alle autorità ad accedere alle conversazioni private online lo è se sono presenti validi motivi, come la sicurezza nazionale e il sospetto della commissione di un crimine.
In particolare, nel sondaggio è stato chiesto se si era d’accordo o meno con tre specifiche dichiarazioni, ovvero:
- Quando qualcuno è sospettato di un crimine il governo dovrebbe essere in grado di identificare con chi il sospettato ha comunicato online. L’85% degli intervistati si è dichiarato d’accordo.
- Se ci sono dei validi motivi di sicurezza nazionale le forze dell’ordine dovrebbero avere il diritto di accedere al contenuto delle comunicazioni online dei cittadini. Il 70% degli intervistati è stato d’accordo.
- Non deve essere permesso alle industrie di sviluppare tecnologie che impediscono alle forze dell’ordine di accedere al contenuto delle conversazioni online di un individuo. Il 63% degli intervistati ha concordato con questa dichiarazione
L’elevata percentuale di persone d’accordo con le prime due dichiarazioni è in qualche modo plausibile, visto che si tratta di estensione al contesto online di azioni normalmente possibili alle forze dell’ordine in situazioni più tradizionali.
E’ invece evidente che la terza questione è più controversa, pur se la maggioranza è d’accordo.
Forse il fatto che un terzo degli intervistati si sia dichiarato contrario può essere imputato ad una certa consapevolezza che ormai molta parte della nostra vita è presente nelle nostre conversazioni online. Pertanto l’assenza di una tecnologia quale quella descritta nella domanda potrebbe essere percepita come l’essere costretti a vivere in una “casa di vetro” senza alcuna possibilità di difesa del nostro privato.
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