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sabato 28 settembre 2024

A passeggio con l'informatica #1 – Cos'è l'informatica

di Enrico Nardelli

Fornire una definizione esatta di cos’è una disciplina scientifica è un compito non facile, anche perché gli stessi studiosi della materia – se interrogati – producono formulazioni diverse tra loro. Per l’informatica il compito è ancora più difficile, dal momento che tale termine, nel corso dei decenni, è venuto via via comprendendo al suo interno un enorme spettro di concetti, da quelli più tecnologici e operativi (p.es. la connessione a distanza tra due dispositivi digitali) a quelli più astratti e scientifici (p.es. la dimostrazione della risolubilità meccanica di un problema). Tale parola viene usata, per fare alcuni esempi, quando si parla sia del dispositivo tecnologico (come tablet o smartphone) su cui vengono eseguite le varie app (cioè i programmi informatici che usiamo per cercare informazioni o per giocare) sia del software di sistema che rende possibile il funzionamento di tale dispositivo che, ancora, delle formule e dei teoremi che dimostrano la correttezza del processo di calcolo.

In questa serie di post mi occupo dell’informatica come scienza e sappiamo che ogni scienza studia alcuni fenomeni specifici. Ad esempio, la matematica studia quantità, misure e le loro relazioni, la fisica la materia non vivente e il suo comportamento nello spazio e nel tempo, la biologia gli organismi viventi e le loro evoluzioni.

Cosa studia allora la scienza chiamata informatica? Per orientare comunque il lettore ecco la mia definizione:

L’informatica è la disciplina che studia
l’elaborazione automatica di rappresentazioni
.

Analizziamo adesso più in dettaglio i termini della definizione, iniziando col discutere cosa si intende con l’aggettivo automatica. Conosciamo bene il concetto di automazione. A partire dalla Rivoluzione Industriale avviatasi nel Settecento è ben chiaro a tutti che automatizzare un processo produttivo vuol dir farlo fare alle macchine. Prodotti che un tempo venivano realizzati a mano, artigianalmente, vengono fabbricati da macchinari.

Come esempio pratico, pensate a un vestito di lana. Un tempo bisognava tosare le pecore, filare la lana, realizzare la tela, poi tagliarla e infine cucirla, e il tutto veniva realizzato da persone. Nel corso dei secoli tutti questi passi sono stati automatizzati e vengono ormai svolti dalle macchine. Ogni qualvolta parliamo di “macchina” intendiamo un dispositivo che si comporta in modo meccanico, vale a dire che messo nelle stesse condizioni di partenza esegue sempre invariabilmente le stesse operazioni, senza possedere alcuna coscienza di ciò che sta facendo, quindi senza conoscere il significato né di ciò che sta manipolando (o elaborando) né delle operazioni di manipolazione (o elaborazione) che sta compiendo.

L’aggettivo “automatica” nella definizione è essenziale per caratterizzare il fatto che l’informatica si occupa solo ed esclusivamente di quelle situazioni in cui l’elaborazione avviene in modo “meccanico”, cioè deterministico e non soggetto a quella coscienza e quel libero arbitrio che invece caratterizzano gli esseri umani. Il termine tecnico che si usa nell’informatica per indicare un dispositivo che realizza un’elaborazione automatica di rappresentazioni è “automa”, dalla parola greca autòmaton, che è la radice di “automazione” e “automatico”. Un PC o un tablet, uno smartphone o un smartwatch sono realizzazioni tecnologicamente sofisticate di automi molto complessi. Useremo anche termini come “agente” o “esecutore”, riferendoci sempre a un automa.

Col termine elaborazione faccio appello al senso comune che fa riferimento a una manipolazione di qualcosa, a una trasformazione di qualcosa in qualche altra cosa.

Nell’esempio di automazione precedentemente descritto, la lana della pecora viene trasformata, cioè elaborata, attraverso una serie di diversi passaggi fino a ottenere un vestito. In un contesto più astratto, quello dei numeri, l’operazione di addizione (3+5) trasforma o elabora gli addendi 3 e 5 nella loro somma (8). Infatti, le elaborazioni dell’informatica vengono chiamate anche “computazioni”, dal momento che, in una progressione storica, i primi scenari di applicazione sono stati quelli relativi ai calcoli numerici.

Il sostantivo rappresentazioni può suscitare delle perplessità, dal momento che, in genere, quando si parla di informatica si usano parole come “dati” o “informazioni”. Rimandando a un successivo post un approfondimento del significato di questi termini e delle loro relazioni, per il momento chiarisco che indico con “rappresentazione” il modo – arbitrario ma condiviso all’interno di una qualche comunità di persone – con cui rendiamo concreto nel mondo fisico un dato, cioè un generico elemento presente alla nostra coscienza, indipendentemente dalla circostanza che si riferisca a fatti oggettivi o ad acquisizioni soggettive.

Ritornando all’esempio dei numeri, osserviamo che essi non hanno in sé realtà fisica. Il concetto di “cinque cose” può essere fisicamente rappresentato da un qualunque insieme di cinque oggetti, ma è in sé astratto. La rappresentazione che noi usiamo è “5”, ma per gli antichi romani era “V”. Altre popolazioni usano rappresentazioni ancora diverse. Impariamo nei primi anni di scuola, non senza una certa fatica, a capire il significato delle rappresentazioni dei numeri e a fare calcoli con essi. In questo caso facciamo anche noi, come esseri umani, un’elaborazione di rappresentazioni, ma non è del tutto automatica, perché siamo persone e non meccanismi.

Nei successivi post di questa serie, approfondiremo prima il concetto di rappresentazione, perché sono queste proprio queste rappresentazioni che vengono elaborate dall’esecutore. Successivamente, capiremo come può essere fatto questo agente (l’automa) e in che linguaggio (più precisamente, linguaggio di programmazione) dobbiamo fornirgli le istruzioni che riteniamo necessarie per condurre l’elaborazione. Proseguiremo poi con un ulteriore concetto fondamentale, relativo alla specifica di quale sia la procedura di elaborazione (tecnicamente, l’algoritmo) che vogliamo realizzare. In seguito considereremo il caso di elaborazioni realizzate non da un singolo esecutore ma da un loro insieme, scenario detto di computazione distribuita. Infine, discuteremo una fondamentale caratteristica dell’informatica, l’astrazione, che pur non essendo un aspetto esclusivo di questa disciplina, dal momento che ogni scienza costruisce i propri modelli dei fenomeni attraverso un processo di astrazione dai dettagli, permette di realizzare macchine in grado di simulare altre macchine (virtualizzazione). Come ultimo concetto affronteremo quello che, da un punto di vista culturale generale, è forse il lascito più importante dell’informatica, ovvero la dualità tra rappresentazioni e programmi.

La seconda parte della serie sarà dedicata ad affrontare alcune delle problematiche conseguenti alla sempre maggiore diffusione di sistemi e dispositivi basati sull’informatica.

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Versione originale pubblicata da "Osservatorio sullo Stato digitale" dell'IRPA - Istituto di Ricerche sulla Pubblica Amministrazione il 25 settembre 2024.

domenica 22 settembre 2024

Scienza e Istruzione: quo vadis Europa ?

di Enrico Nardelli

È stato pubblicato qualche giorno fa l’elenco proposto dalla confermata Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, per i membri che saranno in servizio per il quinquennio 2025-2029. Ricordo che si tratta di una proposta, dal momento che è soggetta a un voto di approvazione del Parlamento Europeo. In tale elenco viene indicato, come accade anche in Italia per la proposta dei Ministri che il Presidente del Consiglio incaricato formula al Presidente della Repubblica, il titolo della delega assegnata ad ogni commissario (in Italia, è il titolo del Ministro).

Si tratta di un aspetto importante dal punto di vista politico, dal momento che le strutture burocratiche che supportano l’azione dei commissari, cioè i Dipartimenti (denominati Directorate-general, che in Italia corrispondono ai Ministeri), normalmente conservano lo stesso nome e la stessa struttura, mentre le deleghe assegnate esprimono la visione che il Presidente vuole imprimere al suo mandato.

Dato il mio ambito professionale, ho esaminato se e come era stata modificata quella che nella precedente commissione era la delega per “Innovazione, ricerca, cultura, istruzione e gioventù”.

Prima di tutto ho constatato che “ricerca e innovazione”, rispetto al mandato 2020-2024, sono state spostate in una delega separata per “Start-up, ricerca e innovazione”. La situazione nei 25 anni precedente era stata la seguente:
2014-19 (Juncker) – Ricerca, scienza e innovazione;
2010-14 (Barroso II) – Ricerca, innovazione e scienza;
2004-09 (Barroso I) – Scienza e ricerca;
2000-04 (Prodi) – Ricerca;
1995-99 (Santer) – Scienza, ricerca e sviluppo.

Quindi, mentre per cinque lustri, con una sola eccezione, era stata sempre assegnata una delega per la Scienza, si conferma adesso l’impostazione della precedente commissione che la Scienza non sia un tema che meriti un’attenzione politica. “Le parole sono importanti!”, si diceva in un famoso film. Ritengo che questa omissione sia inevitabilmente legata a ciò cui abbiamo assistito in questi ultimi anni con la trasformazione del dubbio scientifico in verità di fede. Penso che tale mutazione sia un tradimento dell’eredità di Galileo Galilei e che la comunità europea degli scienziati dovrebbe lottare per ristabilire la sua dignità.

In secondo luogo, la delega per la parte “cultura, istruzione e gioventù” è diventata una delega per “equità inter-generazionale, cultura, gioventù”. Lasciando a più fini esegeti l’analisi dell’espressione “equità inter-generazionale”, ricordo anche qui cosa era accaduto nei 25 anni precedenti:
2014-19 (Juncker) – Istruzione, cultura, gioventù e sport;
2010-14 (Barroso II) – Istruzione, cultura, multilinguismo e sport;
2004-09 (Barroso I) – Istruzione, formazione, cultura e gioventù;
2000-04 (Prodi) – Istruzione e cultura;
1995-99 (Santer) – Risorse umane, istruzione, formazione e gioventù.

In questo caso, quindi, almeno per 30 anni il tema dell’istruzione è stato un caposaldo nell’agenda politica della Commissione. Giustissimamente, dal momento che l’investimento nell’istruzione è il migliore che possa fare una comunità per assicurare a sé stessa un continuo miglioramento delle condizioni di vita. Secoli di storia stanno lì a dimostrarcelo. La lotta per l’istruzione obbligatoria per tutti è stata una delle conquiste fondamentali dei secoli XIX e XX, messa in moto dalla spinta illuminista verso una comprensione razionale del mondo e resa possibile dalla rivoluzione culturale causata dall’invenzione della stampa a caratteri mobili.

Adesso, un faticoso cammino plurisecolare rischia di venir cancellato con un colpo di penna. Se non insistiamo sul recuperare il fondamentale ruolo dell’istruzione (che non è l’educazione, come quelli che non sanno l’inglese traducono education) c’è davvero il rischio di un feudalesimo digitale, come ho discusso nel mio libro La rivoluzione informatica, di un nuovo Medioevo in cui signoreggiano tecno-feudatari incuranti delle masse.

Spero davvero di no, spero in un ravvedimento che possa avvenire durante il processo di approvazione di questa proposta.

Ricordo che già 5 anni fa, nella proposta di nomina della precedente Commissione, la delega assegnata alla Commissaria Mariya Gabriel era stata inizialmente intitolata solo “Innovazione e gioventù”. Di fronte alla vigorosa protesta di una ventina di premi Nobel, di più di trecento tra leader di centri universitari e di associazioni scientifiche e scienziati vincitori di finanziamenti dello European Research Council, e di più di 13.000 ricercatori, l’improvvida decisione fu modificata aggiungendo i temi della “ricerca, istruzione e cultura”.

Ci si sta provando una seconda volta: non è un bel segno. Spero che il Parlamento Europeo possa riflettere sulla domanda Quo vadis Europa ?

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Versione originale pubblicata su "StartMAG" il 19 settembre 2024.

sabato 21 settembre 2024

A passeggio con l'informatica #0 – Introduzione

di Enrico Nardelli

Inizio con questo post un “viaggio” che intende stimolare l’interesse del lettore verso l’Informatica, quella disciplina scientifica che è alla base dell’odierna società digitale. Troppo spesso la comunicazione in questo ambito è dettata da mode tecnologiche o pressioni commerciali. Attraverso una serie di interventi divulgativi, intendiamo invece toccare sia i principali concetti della disciplina che alcune delle conseguenze che derivano dal sempre maggiore utilizzo delle tecnologie basate sull’informatica. I post di questa serie sono basati sul mio libro La rivoluzione informatica: conoscenza, consapevolezza e potere nella società digitale, al quale si rimanda per approfondimenti.

La società in cui viviamo è ormai pervasa da un’enorme quantità e varietà di dispositivi digitali: basti pensare alla sfera dei media e della comunicazione, dove lettere, articoli e libri si sono ormai completamente smaterializzati in forma di tweet, messaggi di posta elettronica, post sui blog (con i relativi sistemi di gestione, anch’essi digitali) oppure alla sfera delle relazioni sociali, dove i sistemi digitali di comunicazione e interazione sostituiscono in misura sempre maggiore quelli che un tempo erano riunioni in presenza e incontri diretti. Un impatto ancora maggiore è atteso con la diffusione delle tecniche della cosiddetta intelligenza artificiale (artificial intelligence ), tra le quali hanno particolare rilievo e importanza quelle di apprendimento automatico (machine learning ), che promettono di fornire assistenti digitali in grado di rendere il lavoro più efficace e più efficiente.

Tutti questi sistemi digitali sono governati da leggi scientifiche, analogamente a quanto accade con i sistemi fisici, quelle dell’Informatica. Essa è una disciplina scientifica con un suo corpus di concetti, teorie, princìpi, metodi, conoscenze e problemi aperti [The Royal Society 2012; Académie des Sciences 2013]. I suoi effetti si vedono sia nella creazione di questo mondo digitale, virtuale solo in apparenza, dal momento che costituisce una realtà sempre più rilevante, sia nell’accelerazione che sta dando allo sviluppo di scienza e tecnologia, in tutti i campi, creando anche nuove aree di studio e ricerca. Le trasformazioni che la tecnologia informatica ha apportato in tutti i settori fanno sì che ogni professione e ogni disciplina ne sia in qualche modo influenzata e costituiscono uno dei fattori fondamentali dello sviluppo economico degli ultimi 50 anni.

L’impatto sociale dell’informatica è evidente sia nell’ubiquità del World Wide Web e della sua estensione in corso all’Internet delle Cose (Internet of Things ) che nell’attenzione che i legislatori in tutto il mondo hanno posto e stanno ponendo alla regolamentazione della gestione dei dati digitali e dell’utilizzo delle tecniche di intelligenza artificiale. L’importanza scientifica è testimoniata dalla pubblicazione, nei suoi quasi 70 anni di vita come scienza autonoma, di circa 2 milioni di articoli scientifici, a fronte di una stima di un totale di 70 milioni per tutte le discipline [Informatics for All 2020].

Sul piano didattico, vi è la recente approvazione da parte del Consiglio dell'Unione Europea della proposta di Raccomandazione della Commissione Europea sull'insegnamento dell'informatica nella scuola (Consiglio dell’Unione Europea, 2023). La Raccomandazione approvata affronta la necessità di far sì che l'istruzione supporti la trasformazione digitale, fornendo le competenze necessarie a questo scopo. Pertanto, viene raccomandato a tutti gli Stati Membri di sviluppare un’istruzione di qualità in informatica nell’istruzione sia primaria che secondaria.

In modo più specifico, si raccomanda di:

  • inserire un insegnamento di alta qualità in informatica dall’inizio dell’educazione obbligatoria, avendo stabilito in modo chiaro gli obiettivi di apprendimento, il tempo dedicato e i metodi di valutazione, allo scopo di offrire a tutti gli studenti la possibilità di sviluppare le loro competenze digitali in modo scientificamente ben fondato,
  • far sì che l’insegnamento dell’informatica sia erogato da insegnanti qualificati, che abbiano a disposizione risorse didattiche di qualità, approcci didattici ben fondati, e appropriati metodi di valutazione degli obiettivi di apprendimento.

Si manifesta quindi chiaramente a tutti gli Stati Membri la necessità di avere l’informatica come disciplina scientifica fondamentale per l’istruzione di tutti i cittadini nel 21-mo secolo. È un’indicazione quanto mai opportuna. Ricordiamo infatti che, con il passare da una società agricola ad una società industriale, il processo educativo delle persone è mutato, introducendo nell’istruzione obbligatoria elementi di quelle scienze (fisica, biologia, chimica, …) che sono alla base di ogni macchina industriale. Analogamente, nel passaggio dalla società industriale alla società digitale è necessario aggiungere nell’istruzione obbligatoria lo studio dell’informatica, indispensabile per comprendere le macchine digitali.

La comprensione dei princìpi fondamentali di questa scienza è infatti essenziale per consentire ad ogni persona di avere quella conoscenza di base necessaria per comprendere e influenzare lo sviluppo del mondo digitale, e contribuire a una crescita armoniosa di una società digitale giusta, equa e sicura.

Cercheremo quindi di fornire qualche utile pillola formativa a chi ci seguirà con attenzione e fedeltà e speriamo di indurlo a cercare di saperne di più sull’informatica, così da poter navigare e partecipare in modo responsabile e critico a una sfera comunicativa di informazioni – talvolta scorrette o incomplete – che rischia di essere sempre più controllata da algoritmi che potrebbero essere tendenziosi.

Con il prossimo post iniziamo questa “passeggiata” discutendo come può essere definita l’informatica.

Riferimenti bibliografici

Académie des Sciences (2013). L’enseignement de l’Informatique en France: Il est urgent de ne plus attendre, maggio 2013. http://www.academie-sciences.fr/pdf/rapport/rads_0513.pdf

Consiglio dell'Unione Europea (2023), Raccomandazione sul miglioramento dell'offerta di abilità e competenze digitali nell'istruzione e nella formazione, novembre 2023, https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=OJ:C_202401030

Informatics for All (2020). Position paper for the public consultation on the renovation of the EU Digital Education Action Plan. https://www.informaticsforall.org/wp-content/uploads/2020/07/Informatics-for-All-position-paper.pdf

The Royal Society (2012). Shut down or restart? The way forward for computing in UK schools, gennaio 2012. https://royalsociety.org/topics-policy/projects/computing-in-schools/report/

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Versione originale pubblicata da "Osservatorio sullo Stato digitale" dell'IRPA - Istituto di Ricerche sulla Pubblica Amministrazione il 18 settembre 2024.